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Le origini del male, di You-jeong Jeong

 

Le origini del male, di You-jeong Jeong

Ho preso questo libro in biblioteca il giorno prima della strage di Paderno, un fatto che mi ha molto colpita, di pancia. Chissà perché alcuni delitti ci colpiscono più di altri, ugualmente efferati. Forse in questo caso perché la famiglia sembrava davvero serena (la perfezione non esiste neanche nelle percezioni); lui un ragazzino “normale”; un fratello maggiore come tanti... eppure, non è così. Evidentemente non è così. Gli esperti forse capiranno, più probabilmente no, resta il fatto che qualcosa è successo: quando non si sa, come forse non si capirà mai il perché, ma qualcosa è successo per forza.

È congenito? È il frutto di un trauma mai confessato e tremendo? È il sistema di percezione del mondo intorno che è andato in tilt? Mistero, almeno per noi “comuni mortali” che possiamo fare illazioni quanto vogliamo ma che a contatto con queste persone non abbiamo a che fare direttamente. O forse invece sì. Perché la cosa che mi angoscia è proprio questa: quante delle persone che conosco, che frequento, che stimo, a cui voglio bene, un giorno potrebbero commettere o subire un tale gesto? Il padre, la madre e il fratellino di certo non se lo aspettavano, come non se lo aspettavano i vicini, i nonni, gli amici... E allora? Come difendersi? Forse la risposta è: ascoltando. Ma è davvero possibile ascoltare tutto, cogliere ogni segnale, porsi quotidianamente dubbi?

Ogni organismo impara fin dalla nascita a sopravvivere e aspettare, impara a nutrirsi e a resistere fino al pasto successivo. Ma gli esseri umani oggi non imparano più ad avere fame. Ingeriamo ogni genere di cibo a qualsiasi orario, sollazzandoci nei ristoranti senza mai provare a posticipare la gratificazione. Questa ossessione per il consumo di cibo non è diversa dalla pornografia per psicopatici. Da quel punto di vista, tra tutte le creature viventi sulla Terra, i più impazienti di assecondare i propri desideri sono gli esseri umani

Le origini del male – dell’ex infermiera coreana You-jeong Jeong, classe 1966, che non conoscevo, ma di cui sicuramente leggerò altro – non risponde a nessuna di queste domande, niente può farlo. Ma sicuramente analizza in modo lucido e inquietante i pensieri che possono abitare le menti di chi queste deviazioni le vive sulla pelle degli altri, dell’esecutore. Yu-jin – ventiseienne che abita nella moderna periferia di Seul, a Gundo, in un attico su due piani con terrazzo – abita con la madre e il fratello adottivo Hae-jin, entrato in famiglia dopo che il padre, Han Min-seok, e il fratello maggiore Yu-min sono morti entrambi in un terribile e misterioso incidente. Yu-jin si sveglia nel suo letto interamente ricoperto di sangue e scopre il cadavere della madre con la gola tagliata anch’essa interamente ricoperta di sangue. Unici ricordi: una corsa notturna clandestina al porto. Prende delle pastiglie contro quella che lui sa essere epilessia, prescrittegli da bambino dalla zia psichiatra Hye-won, che Yu-jin detesta per il modo in cui si impone sulla sua vita insieme alla madre oppressiva (e qui ho tremato viste le dichiarazioni del ragazzo di Paderno). Sente che qualcosa è successo quella notte, ricorda di non aver preso le pastiglie, ha la testa appannata ed è terrorizzato. Principale preoccupazione: nascondere l’accaduto per il maggior tempo possibile. 

Mentre cerca escamotage per, detta in francese, salvarsi il culo, si imbatte nei diari della madre. Inizia a leggerli... e tutto acquisisce senso... e qui mi fermo. Le rivelazioni, ancorché non molto originali, emergono piano piano, attraverso i fumi del suo cervello confuso. Frammenti di ricordi, dialoghi ed eventi che spezzettati affiorano, comportamenti ambigui... tutti piano piano va a formare un puzzle agghiacciante che forse sarà salvifico o forse no... ma che certo risparmierà solo lui, e forse nemmeno lui. Colonna sonora, quella di Vangelis, al film 1942-Conqueror of Paradise... calzante, ma con poche speranze

Agghiacciante, la scrittura di Jeong è fredda e distaccata, come se il personaggio si guardasse dal di fuori: il punto di vista di scrittrice e protagonista si sovrappongono fino a scambiare i ruoli di accusato e accusatrice, annullando il giudizio e la ricerca di giustificazioni. C’è salvezza? Ed è una salvezza vera? Serve? Alla luce delle parole del ragazzo di Paderno questo libro è veramente una finestra sul buio...

Consigliato a chi non ha paura di addentrarsi nel buio fitto...

Le origini del male, di You-jeong Jeong, Feltrinelli, 2019 (2016), 279 pagine. Traduzione di Massimo Gardella. In fondo, un utile glossario di termini coreani

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