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Malena, un nome da tango, di Almudena Grandes

Malena, un nome da tango, di Almudena Grandes

Che scrittura splendida quella della Grandes! Ricca, potentemente femminile, densa. Capace di entrare nelle pieghe profonde dell'animo dei personaggi e contemporaneamente costruire una storia saporita e complessa. 

Siamo a Madrid negli anni Settanta a ridosso della morte di Franco. Malena e Reina sono due gemelle che non si somigliano, né nel corpo né nell'anima. Reina rischia di nascere morta perché Malena le ha succhiato via la placenta, non consentendole di nutristi adeguatamente; ma Reina sopravvive, cresce e diventa una donna completa, anche se Malena resta convinta che quello che è successo nell'utero della madre sia colpa sua e pensa di essere maledetta, pensa di essere diversa, pensa di essere guasta. Questo la rende, senza che lei se ne accorga, libera; libera da un certo tipo di sovrastrutture, libera dalle convenzioni, molto più simile alla zia Magdalena, suora fuggitiva che alla madre, donna legata a un certo tipo di tradizioni. 

Mentre guidavo per tornare a Madrid, Jamie mi chiese dal sedile posteriore come ci riuscissi. Risposi che non capivo e mi spiegò che era la prima volta che vedeva qualcuno piangere e ridere allo stesso tempo.

Ma la storia risale a molto tempo prima, come sempre succede; al nonno, che ebbe due "mogli", una ufficiale, nonna di Malena e Reina e l'altra, quella amata, quella che fu e restò amante tutta la vita, madre di altri figli, capostipite della famiglia reietta, "marcia", "sporca". Come una contemporanea Giulietta iberica, Malena si innamora follemente, disperatamente, di Fernando, suo cugino, appartenente al ramo lercio della famiglia, figlio di emigranti in Germania. Quella tra Malena e Fernando sarà una passione travolgente, vera, eterna. Una di quelle passioni che rendono invidiosi tutti coloro ne sono esclusi e che probabilmente mai l'hanno vissuta e mai la vivranno. E, si sa, più le persone sono vicine affettivamente, più tendono all'invidia. Fernando se ne va, per motivi misteriosi, lasciando Malena. Solo alla fine se ne saprà il motivo, che non svelerò, ma che è intuibile, visto lo svolgimento dei rapporti di Malena negli anni.

Non svelerò nulla della trama, perché, pur non essendo un giallo, il romanzo è pieno di colpi di scena e di risvolti inaspettati, degno di una saga familiare al "cardiopalma". Ma Malena, un nome da tango è un romanzo delicatissimo, profondissimo, ricco di riflessioni sull'animo umano, abitato da personaggi di enorme spessore e carisma, come di abissi incolmabili. Malena per prima, che vive sempre in guerra con se stessa, con i suoi appetiti sessuali che le sembrano poco consoni, con il proprio corpo voluttuoso e "indigeno" che sente sbagliato e "troppo", sempre a paragone con la sorella, che viene considerata una santa, flessuosa, moderata, amante dei bambini. L'opposto di Malena, che è invece impetuosa come un temporale e capace di amare come un tornado. Ma non sempre, non tutti, non per sempre... o forse, alla fine, sì...

Un libro splendido, pieno di cose e di umori, pieno di colori e chiaroscuri. Un personaggio indimenticabile, forte e passionale, come un tango. 

Una nota per il finale, conciso e straordinario.

Malena, un nome da tango, di Almudena Grandes, Guanda, prima edizione 1994,  571 pagine. Traduzione di Ilide Carmignani.

La foto di apertura è tratta dal libro di Anders Petersen, Café Lehmitz, Schirmer/Mosel.

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