Ma Proprio come te ha un'enorme qualità, quella che io amo ritrovare nei libri di puro intrattenimento leggero: va al di là della storia in sé e parla di grandi temi con leggerezza, ma allo stesso tempo con profondità. E in questo caso di ben due grandi temi: la Brexit e le differenze tra persone. Differenze intese nel senso più ampio del termine: di età, di etnia, di cultura, di ceto...
I due protagonisti, Lucy e Joseph, non potrebbero essere più diversi: lei apprezzata insegnante di lettere, lui inserviente di macellaio, babysitter, musicista; lei inserita in un ambiente intellettuale e borghese, lui con pochi amici che vede a volte al pub o in discoteca, abita in una casa popolare; lei bianca, lui nero; lei quarantenne, lui di ventidue anni; lei un divorzio e due figli, lui che non ha mai detto «ti amo» e non ha mai avuto una relazione duratura; lei vota convinta Remain, lui non sa cosa pensa e vota sia Remain che Leave. Niente, niente potrebbe far pensare che questi due prodotti della Londra referendaria possano anche solo scambiarsi più di dieci parole di seguito. E invece... si innamorano. Così, semplicemente e inevitabilmente, durante una serata in cui Lucy chiede a Joseph di fare da baby sitter ai due figli mentre ha un appuntamento più o meno al buio con un affermato scrittore amico di amici. Perché grattando grattando, di cose in comune ne hanno, soprattutto una: entrambi sono poco integrati con il proprio mondo di riferimento affettivo. Joseph non ama andare nei locali, non beve, non si droga, non ha interesse per il sesso occasionale, ignora le tecniche dell'abbordaggio; Lucy trova oziosi i discorsi da donne frustrate di mezza età delle sue amiche ricche e la loro ricerca del toy boy di turno con cui dimenticare vite e mariti insoddisfacenti e noiosi. Sono entrambi figli del proprio ambiente, ma figli ribelli, alla ricerca di altro, di emozioni, di una carriera, dell'amore...
Uno poteva amare soltanto qualcuno che la pensava allo stesso modo, o si potevano costruire altri ponti lungo il fiume? Si poteva scavare un tunnel sotto tutto quel caos, magari?...
Ed è così che la relazione prosegue, tra alti e bassi, in un mondo che non comprende ma deve accettare, perché, alla fin fine, se c'è l'amore si può superare tutto. Affermazione opinabile, ma questo è l'ottimistico messaggio di Proprio come te, che ci dà una visione del mondo interessante e colorata di rosa nonostante il grigio. Mago dei dialoghi, mai come in questo romanzo, Hornby crea schermaglie e discussioni brillanti, soprattutto nelle pagine in cui si affronta il problema Brexit.
Consigliato a chi vuole un libro divertente, scanzonato ma intelligente, che in un modo o nell'altro, con leggerezza, fa pensare.
Note a margine: Come sempre succede con la buona letteratura dei dubbi sorgono, ci si trova a pensare: «Beh, in effetti!»; si empatizza con chi la pensa diversamente da noi e, forse, si impara un po' di tolleranza (anche quando è molto, molto difficile). Ovviamente, per mio pensiero, sto dalla parte di Lucy; ma a sentire poi il punto di vista di Joseph viene da pensare che il retaggio, l'ambiente in cui si è cresciuti, la propria famiglia, il proprio imprinting, siano fondamentali nella "crescita politica" dell'individuo. E allora, dal punto di vista del padre, del collega, dei vicini di Joseph, si comprende il perché della Brexit. Anche se non lo condividiamo... Ecco, la buona letteratura pone delle domande, lascia dei dubbi. Hornby lo fa, scivolando con leggerezza su una qualsiasi storia d'amore... Da leggere ascoltando jazz e Leonard Cohen se siete Lucy, musica elettronica se siete Joseph...
(Lucy e Joseph vanno a vedere una commedia a teatro: è il Come vi piace di Shakespeare, testo a cui sono particolarmente legata. Mi ha commossa...)
Proprio come te, di Nick Hornby, Guanda, 2020, 363 pagine, traduzione di Elettra Caporello