Difficilissimo questo commento a un libro che è il secondo di una serie. Rischio di spoilerare non solo questo, ma anche quello precedente, per cui rimando innanzitutto al commento a Una donna normale, primo libro che introduce il personaggio di Aba Abate e apre la strada a tutta la vicenda.
La prima cosa che mi sento di dire è che il libro non finisce e non c'è ancora una data certa di uscita del terzo, per cui se non siete pronti a restare appesi con il fiato sospeso, aspettate a leggerlo.
Dopo essermi lavata la coscienza con questo avvertimento, procedo. Protagonisti di Una donna in guerra sono, in gran parte, gli stessi. Aba Abate, impiegata-madre e moglie-spia con lo nome in codice Ice; suo marito Paolo e i due figli, Cristina e Federico, sempre alle prese con problemi quotidiani di crescita e di vita domestica; il collega di Aba, Giulio Bonan e suo padre, avvocato divorzista con risvolti di mistero; il capo Maria Giovanna Cordero; Jane Wesbach, americana agente della Cia che sarà la chiave di volta della vicenda legale di Aba. Qualsiasi cosa io possa dire di più o qualsiasi altro personaggio io possa citare, sarebbe un'indicazione su questo libro o il precedente, per cui non dirò altro. Ma posso senz'altro affermare che questo secondo libro è molto intrigante, tiene incollati al divano quanto il primo e sviluppa una vicenda già iniziata (e che, lo ricordo, non finisce) con ancora più intensità, visto che i personaggi, i loro caratteri e i loro reciproci rapporti sono già stati introdotti e quindi li conosciamo già piuttosto bene. C'è sempre l'alternarsi di prima e terza persona di Aba/Ice che scandisce le sue due vite, quella di impiegata, moglie e madre e quella di spia impegnata a sventare attacchi terroristici da parte di little boy libici. Aba sarà infatti costretta ad affrontare i suoi demoni sia fuori che dentro casa, facendo i conti con scelte che comporteranno il sacrificio più grande: lasciare andare i suoi figli. Contemporaneamente, è a contatto con "l'altro mondo", quello dei ragazzini innocenti che diventano carne da macello o soldati addestrati; quello in cui i bambini non vanno a scuola, ma si addestrano alla guerra; quello in cui un paio di scarpe può essere tutto...
Come sempre Costantini ci tiene costantemente in bilico tra le nostre due coscienze, quella di occidentali abituati a uno stile di vita e quella che guarda alla diversità degli altri popoli alternando sospetto a pietà. E ci mette davanti ai nostri pregiudizi, a tratti facendoci vergognare (ovviamente parlo per me), a tratti chiedendoci cosa si potrebbe fare per rendere il mondo più "equilibrato". Nel frattempo c'è una parte che vorrebbe quello che ha l'altra, la quale lotta per tenersi stretto ciò che ha anche a scapito degli altri. Insomma, un circolo chiuso, che crea i fenomeni di cui parla Costantini, fenomeni che conosciamo pochissimo, anche un po' per scelta. Chiudo con la citazione di un dialogo del libro che è significativo per questo mio pensiero:
«Mi scusi, Generale, ma la sabbia è solo sabbia».
«Non il Sahara, Seamus. Non il Nilo. Quel fiume porta al Mediterraneo ciò che è l'esatto opposto della vostra civiltà. Bambini denutriti che combattono con il kalashnikov e ammazzano senza remore o pietà mentre da voi frequentano fin da piccoli quelle magnifiche scuole che insegnano a sopraffare gli altri senza sporcarsi le mani».
«Dura da secoli, Generale. Sarà sempre così».
«No, Seamus. Un giorno tutti questi nostri bambini attraverseranno quel deserto e quel mare. Non sui barconi, ma sulle vostre navi e sui vostri yacht, che saranno nostri. Stiamo lavorando insieme per questo!».
Una donna in guerra, di Roberto Costantini, Longanesi, 399 pagine.
Il gatto nella foto: questi piccoli multipli d'arte seguono i percorsi immaginati dall'autrice, Antonella Cicalò, ma possono interpretare anche il flusso dei pensieri del committente che darà così lo spunto per realizzare il suo personale “gatto maestro”, unico e irripetibile. Questi collages sono realizzati con frammenti di riviste letterarie e da collezione, stagnola, legno da recupero e componenti industriali del pet food. Ogni pezzo è unico. Per visitare il suo sito, qui !