Passa ai contenuti principali

Una donna in guerra, di Roberto Costantini


Difficilissimo questo commento a un libro che è il secondo di una serie. Rischio di spoilerare non solo questo, ma anche quello precedente, per cui rimando innanzitutto al commento a Una donna normale, primo libro che introduce il personaggio di Aba Abate e apre la strada a tutta la vicenda. 

La prima cosa che mi sento di dire è che il libro non finisce e non c'è ancora una data certa di uscita del terzo, per cui se non siete pronti a restare appesi con il fiato sospeso, aspettate a leggerlo.

Dopo essermi lavata la coscienza con questo avvertimento, procedo. Protagonisti di Una donna in guerra sono, in gran parte, gli stessi. Aba Abate, impiegata-madre e moglie-spia con lo nome in codice Ice; suo marito Paolo e i due figli, Cristina e Federico, sempre alle prese con problemi quotidiani di crescita e di vita domestica; il collega di Aba, Giulio Bonan e suo padre, avvocato divorzista con risvolti di mistero; il capo Maria Giovanna Cordero; Jane Wesbach, americana agente della Cia che sarà la chiave di volta della vicenda legale di Aba. Qualsiasi cosa io possa dire di più o qualsiasi altro personaggio io possa citare, sarebbe un'indicazione su questo libro o il precedente, per cui non dirò altro. Ma posso senz'altro affermare che questo secondo libro è molto intrigante, tiene incollati al divano quanto il primo e sviluppa una vicenda già iniziata (e che, lo ricordo, non finisce) con ancora più intensità, visto che i personaggi, i loro caratteri e i loro reciproci rapporti sono già stati introdotti e quindi li conosciamo già piuttosto bene. C'è sempre l'alternarsi di prima e terza persona di Aba/Ice che scandisce le sue due vite, quella di impiegata, moglie e madre e quella di spia impegnata a sventare attacchi terroristici da parte di little boy libici. Aba sarà infatti costretta ad affrontare i suoi demoni sia fuori che dentro casa, facendo i conti con scelte che comporteranno il sacrificio più grande: lasciare andare i suoi figli. Contemporaneamente, è a contatto con "l'altro mondo", quello dei ragazzini innocenti che diventano carne da macello o soldati addestrati; quello in cui i bambini non vanno a scuola, ma si addestrano alla guerra; quello in cui un paio di scarpe può essere tutto... 

Come sempre Costantini ci tiene costantemente in bilico tra le nostre due coscienze, quella di occidentali abituati a uno stile di vita e quella che guarda alla diversità degli altri popoli alternando sospetto a pietà. E ci mette davanti ai nostri pregiudizi, a tratti facendoci vergognare (ovviamente parlo per me), a tratti chiedendoci cosa si potrebbe fare per rendere il mondo più "equilibrato". Nel frattempo c'è una parte che vorrebbe quello che ha l'altra, la quale lotta per tenersi stretto ciò che ha anche a scapito degli altri. Insomma, un circolo chiuso, che crea i fenomeni di cui parla Costantini, fenomeni che conosciamo pochissimo, anche un po' per scelta. Chiudo con la citazione di un dialogo del libro che è significativo per questo mio pensiero:

«Mi scusi, Generale, ma la sabbia è solo sabbia».
«Non il Sahara, Seamus. Non il Nilo. Quel fiume porta al Mediterraneo ciò che è l'esatto opposto della vostra civiltà. Bambini denutriti che combattono con il kalashnikov e ammazzano senza remore o pietà mentre da voi frequentano fin da piccoli quelle magnifiche scuole che insegnano a sopraffare gli altri senza sporcarsi le mani».
«Dura da secoli, Generale. Sarà sempre così».
«No, Seamus. Un giorno tutti questi nostri bambini attraverseranno quel deserto e quel mare. Non sui barconi, ma sulle vostre navi e sui vostri yacht, che saranno nostri. Stiamo lavorando insieme per questo!».

Una donna in guerra, di Roberto Costantini, Longanesi, 399 pagine. 

Il gatto nella foto: questi piccoli multipli d'arte seguono i percorsi immaginati dall'autrice, Antonella Cicalò, ma possono interpretare anche il flusso dei pensieri del committente che darà così lo spunto per realizzare il suo personale “gatto maestro”, unico e irripetibile. Questi collages sono realizzati con frammenti di riviste letterarie e da collezione, stagnola, legno da recupero e componenti industriali del pet food. Ogni pezzo è unico. Per visitare il suo sito, qui !

Post popolari in questo blog

L'ottava vita (per Brilka), di Nino Haratischwili

 Mi ero ripromessa di lasciar passare un po' di tempo prima di leggere altre saghe familiari, avendo ampiamente dato nel 2021 ( il ciclo dei Leoni di Sicilia , Prima di noi , la saga dei Clifton , La casa sull'argine , Gente del Sud ...); ma poi, in biblioteca, mi sono ritrovata tra le mani questo tomo notevole di più di mille pagine, e mi sono incuriosita. In più, Nino Haratischwili nasce drammaturga e regista e la mia "deformazione teatrale" ha preso il sopravvento. Ringrazio la mia capacità innata di non tenere fede ai miei propositi! Altrimenti non avrei letto quello che penso sia un capolavoro, un libro che va oltre la famiglia, oltre la Storia, oltre il tempo e lo spazio, compenetrandoli con la scrittura. Stasia (che parla con i fantasmi), Christine , Kitty , Elene , Daria , Niza (la narratrice) e Brilka (la destinataria di questa storia e dell'ottava vita); ma anche Mariam, Sopio, Ida, Alla, Lana, Nara, Fred, Amy... sono le donne le protagoniste di ques...

Tre, di Valérie Perrin

  Puro intrattenimento, ottimo. Dopo Il quaderno dell'amore perduto (bruttissimo il titolo italiano; suonava così bene in francese: Les Oubliés du dimanche  [I dimenticati della domenica])  e Cambiare l'acqua ai fiori , la Perrin torna a parlare di passato e di come il passato sia inevitabile vettore delle nostre vite, nel bene e nel male; come non possa cancellarsi; come possa essere rifugio e pietra al collo, consolazione e condanna. Banale? Un po', indubbiamente. Ripetitivo? Anche, forse. Ma devo dire che non mi stanca mai. È una di quelle autrici che non consiglio di leggere in modo "seriale"; penso che tra un libro e l'altro sia meglio inserire altre letture per non rischiare di cadere un po' nella reiterazione del meccanismo. Ma se si vuole "staccare il cervello" con letture di evasione, avvincenti e scritte bene, allora la Perrin per me è perfetta.  Con Tre ci porta a La Comelle , un paesino della Borgogna, uno di quelli da cui i ragazzi...

La portalettere, di Francesca Giannone

  Premio Bancarella 2023. L'ha vinto. Eh sì! Con 172 voti su 179. Il perché è per me un mistero. Non avendo letto gli altri non posso certo giudicare, ma dovevano essere veramente una delusione visto il successo de La portalettere di Francesca Giannone (non ho trovato la motivazione ufficiale da nessuna parte. Se qualcuno l'avesse letta lo prego di contattarmi e comunicarmela). Per carità, si fa leggere, è carino, i personaggi sono tratteggiati bene, la trama è avvincente... però... dai... il clamore intorno a questo libro mi sembra veramente fuori misura, a tratti assurdo.  Innanzitutto c'è a mio parere una grande confusione per quello che riguarda la “classificazione”: ho sentito parlare di romanzo storico. Oddio, di romanzo storico ha il fatto di essere ambientato nel passato, certo, durante un periodo importante e controverso ma molto poco dice dell'epoca, in realtà, a parte cenni ai costumi e alla mentalità. I grandi fatti storici sono solo accennati, non si sent...