Soffro d’ansia. Non da sempre, ma da abbastanza per poter affermare che è una brutta compagnia. E, per ben chiare ragioni, questo periodo certo bene non fa. Ho retto meglio di quello che temevo, ma non essendo Wonder Woman, ahimè, spesso e volentieri devo arrendermi al fatto che lei, l'ansia, prende il sopravvento, scandisce le mie giornate e decide cosa riesco a fare, pensare, progettare. Poi invece ci sono le volte in cui vinco io e allora, cara mia, la musica cambia.
Solitamente non leggo libri che trattano l’argomento perché ne ho già abbastanza nella mia vita reale per andarmela a cercare pure in letteratura. Tuttavia ho letto libri con personaggi che soffrono d’ansia e hanno attacchi di panico. Alcuni mi hanno commossa, con altri ho sentito empatia, altri li avrei mandate a quel paese. Tutto questo per dire che quando la mia amica/spacciatrice di libri Katia mi ha prestato Quando tutto diventò blu di Alessandro Baronciani, ero indecisa se leggerlo o no. Non sono un’appassionata di graphic novel, più per ignoranza che per gusto in realtà, ma questa volta ho voluto ascoltarla e l’ho letto.
SBAM! Sono io. La storia è di una semplicità disarmante: dopo la notizia della morte di un caro amico di università, la protagonista della storia inizia a soffrire di ansia e panico, fino a che non scopre che la pratica subacquea la aiuta. Stop. Tutto qui. Tutto qui??? Il percorso da quando scopre che Marco è morto alla fine del racconto è un viaggio interiore alla scoperta di se stessa e del “disturbo”, delle sue conseguenze e della strada verso una, se non guarigione, almeno presa d’aria dall’ansia perenne.
La grande potenza del romanzo disegnato sta proprio nell’impatto visivo che le espressioni della protagonista hanno avuto sul mio inconscio. Questo sarà probabilmente un commento molto personale al libro, perché la protagonista sono io. Spiccicata, fatta e finita; ha le mie stesse sensazioni fisiche, ha nella testa i miei stessi pensieri malsani; ha (quasi) sempre le mie reazioni alle cose: il sonno, la richiesta d’aiuto, il bisogno di studiare e di pensare ad altro, ovviamente senza riuscirci. Lei è messa un po’ peggio di me, perché io ho un compagno meraviglioso che mi sta vicino e non soffro di insonnia (anzi!), ma è un po’ come leggere un vecchio diario che potrei aver tenuto nel mio passato. I tratti a penna, tutti blu, perché l'ansia è blu!, che alternano la pulizia dei contorni a veri e propri “pastrocchi” rendono perfettamente la dicotomia tra la forma dell’esterno della vita quotidiana e il marasma tremendo, disordinato e accatastato che avviene nella mente. La potenza emotiva del disegno è davvero incredibile. Le frasi brevi tipiche del fumetto sono perfette, perché centrano esattamente il problema senza perdersi via in orpelli che a volte, nei romanzi o nei racconti, tentano di aggiungere parole laddove non servono, perdendo l’impatto del messaggio.
Più di aver paura di stare male… hai paura di avere paura… allora vuoi dormire. Dormo perché quando dormo sono al sicuro.Ecco qua, non serve altro. Un tratto semplice e chiaro, le parole giuste. Parte della tua vita sulle pagine. Per consolarsi e per sperare. Perché alla fine, dirsi che c'è qualcosa da affrontare è il primo, fondamentale passo per affrontarlo. Sembra banale, ma non lo è. Affatto.
Consiglio la lettura con sottofondo di musica classica, che rilassa i neuroni.