Passa ai contenuti principali

Post

La catastrofica visita allo zoo, di Joël Dicker

«Orca madosca» che carino, molto carino. Direi niente di più, ma è un libro adatto a tante età diverse, molto intelligente, un po’ inconcludente, ma da leggere senza pensieri. Speravo in un finale un po’ sorprendente  à la  Joël   Dicker , ma tutto sommato è carino così. Semplice, divertente: la voce è quella di una ragazzina,  Joséphine , che va a una scuola per bambini speciali insieme ad altri ragazzini un po’ “strambi“:  Yoshi  non parla,  Artie  è ipocondriaco,  Otto  sa tantissime cose,  Giovanni  è ricchissimo e sempre molto azzimato,  Thomas  è fissato col karate perché il padre lo insegna. La scuola si allaga – anzi, viene allagata dolosamente – e l’amatissima maestra  Jennings  con i suoi alunni viene trasferita nella scuola dei “normali”, accolti tra trombe e tamburi dal  Direttore .  Lì i bambini apriranno un’indagine per capire chi ha allagato la scuola, tra rocamboleschi inseguimenti,...
Post recenti

Un solo paradiso, di Giorgio Fontana

Ecco cos’era Milano. Era una città di addii. Ma quanto scrive bene Giorgio Fontana ? Riesce a descrivere le pieghe dell’animo umano in modo così preciso e così poetico insieme! E com’è versatile. Morte di un uomo felice parla di legge, magistratura, terrorismo; Prima di noi   è un grande (e meraviglioso) affresco storico-familiare; Per legge superiore è una riflessione etica ed esistenziale sul concetto di civiltà e giustizia; Un solo paradiso è la storia di un uomo che impazzisce per amore. Fil rouge della sua opera è l’esplorazione dell’interiorità dell’uomo, il suo domandarsi e il suo provare a rispondersi, la visione della vita, della morte e di quello che ci sta in mezzo. Mai come in Un solo paradiso però l’anima di un uomo, Alessio Bertoli , viene messa a nudo, spogliandola degli alibi e lasciandola a dibattersi, sola, nel nulla che il corpo vede e percepisce.  ... comprese che la fonte autentica della sua felicità stava proprio nel fatto di essersi reso inerme. Ma...

Addio a Berlino, di Christopher Isherwood

Christopher Isherwood – nato in Inghilterra, emigrato prima a Berlino, poi in America, una vita avventurosa – aveva altri progetti per questo libro: doveva essere uno «smisurato» romanzo – a detta di lui stesso – sulla Berlino prehitleriana, che doveva intitolarsi The Lost e comprendere i testi racchiusi qui e in altre sue opere, che sono tutte diventate creature a sé stanti. Addio a Berlino  è dunque composto da sei racconti , in cui l’Io narrante Christopher Isherwood «è solo il comodo fantoccio di un ventriloquo», tra autobiografia e licenze narrative.  Questi sei racconti compongono l’andirivieni di Christopher tra Berlino e altre località tra il 1930 e il 1933 , in cui incontra persone, trova e lascia amici, forse si innamora, sicuramente crea legami importanti, il tutto sullo sfondo incombente dell’avvento del nazismo. Per lui, dichiaratamente omosessuale, è un grande dolore, un grande pericolo, anche se ancora non si conosceva la vera portata di tutto, tenendo anche c...

Il giardino dei fiori segreti, di Cristina Caboni

  A volte la copertina dice molto... Di Cristina Caboni ho letto La custode del miele e delle api , che mi è piaciuto molto. Ma questo Il giardino dei fiori segreti molto molto meno. E sì che è stato in finale al Premio Bancarella nel 2017 (anno in cui vinse Matteo Strukul con I Medici  – quindi forse non proprio un “annone”). L’ho trovato soprattutto molto verboso, di una scrittura melensa e molto convenzionale. Un drammone, a volte quasi fantasy, che ingarbuglia una trama poco probabile e confusa.  Il giardino era ricco, era oro, porpora e smeraldo. Era la storia stessa di una famiglia le cui origini si perdevano a Damasco. [...] Per ogni Donati c’era stato un albero a celebrarne la nascita [...]. La Spinosa si era presa cura di ognuno di loro, così come i giardinieri si erano presi cura della tenuta. E quel patto aveva suggellato l’armonia e la felicità. Perché chi sa vivere con la natura conosce il segreto della vita. Viola e Iris , gemelle perfettamente identiche...

Diario a margine 12 ottobre 2025

I libri sono i miei amici, i miei compagni, il mio sollievo nella solitudine. Quando tutto intorno a me è silenzioso e i miei pensieri diventano troppo pesanti, trovo rifugio in loro. C’è qualcosa nella parola scritta che calma la mente – è come se l’anima di un altro si tendesse attraverso il tempo per confortare la propria.                                                   – Elizabeth Barrett Browning , poetesse inglese (1806-61) (tratto da  Il diario letterario ,  Wudz Edizioni , 2025, a cura di Lucia Coco)

Diario a margine 8 ottobre 2025

 La mia testa è pesante e gli occhi mi si chiudono, eppure allo stesso tempo voglio scrivere ancora: la penna scivola facilmente sulla carta e, anche se potrei non avere nulla da dire, continuo per il puro piacere di riempire le pagine bianche e ascoltare il gradevole fruscio della penna. «La mia testa è pesante e le palpebre si chiudono, eppure la mia penna che scivola non voglio fermare, vorrei raccontare tutte le gioie e i dolori del mio cuore, ma non posso – sebbene abbia tanto da dire». Non ho successo con la poesia seria.                                                                                          - Marie Bashkirsteff , artista russa  (tratto da Il diario letterario , Wudz Edizioni , 2025, a cura di...

L'anniversario, di Andrea Bajani

  Mah, che si può dire: Andrea Bajani scrive benissimo, questo è indiscutibile. La bellezza della costruzione delle frasi, il potere evocativo, la forza della narrazione sono indubbi. L’anniversario si è meritato il Premio Strega ? Non lo so, non sta a me giudicare e mi interessa anche poco. Forse no, ma è importante? Quella che è chiara è l’urgenza che si percepisce in questo breve e intenso romanzo. L’urgenza di raccontare una storia, la sua, forse una catarsi? Sicuramente un modo di far conoscere al mondo una situazione comune a moltissime famiglie, spesso taciuta per vergogna, o per paura, o semplicemente perché quella è la realtà e non si pensa sia poi così speciale, o terribile, o strana.  Mia madre era distratta perché, pur di salvarsi, si era trasferita altrove, in uno spazio intermedio tra il succedersi delle cose e il suo prenderne atto. Una donna sottomessa, una madre che forse è amorevole, capace di slanci sentimentali immensi, ma impossibilitata a dimostrarli,...