Se si inizia si finisce. È necessario. E se non si può, il pensiero va sempre lì, ai boschi delle Adirondack , a quell’agosto 1975, l’anno della scomparsa di Barbara Van Laar dal campo estivo di proprietà della sua famiglia, residente alla tenuta che è stata soprannominata Fiducia-in-sé-stessi , dove il padre Peter e la madre Alice ancora piangono la scomparsa del figlio Bear , avvenuta nel 1961. Un intreccio molto classico: adolescente difficile scomparsa, famiglia ricca e disfunzionale – madre depressa, padre autoritario –, sottoposti legati alla famiglia con segreti condivisi, figli di papà violenti e arroganti, ragazzine disorientate... tutto il corollario di un thriller a forti tinte dall’impianto letto e riletto. Ma... Quel ma sta nella scrittura di Liz Moore che a questo tanto celebrato (a ragione) Il dio dei boschi ha donato un ritmo straordinario, scorrevolezza, suspense e tanta intelligenza. Ogni capitolo ha come protagonista uno dei personaggi, quasi tutte donne, di cui...
È importante ridimensionare, ritrovare il senso delle piccole cose di questo momento, sentire come il nostro nido sicuro non sarà a prova di catastrofe ma certamente ha un calore che mi sono conquistata e guadagnata. E bisogna difenderlo, anche dall’autoboicottaggio, bisogna proteggerlo senza arrendersi. Non ho mai cercato me stessa nei libri; non mi è mai interessato, anzi; ho sempre cercato punti di vista differenti, personaggi differenti, esperienze differenti. In questo caso invece ci sono trovata a empatizzare moltissimo con Francesca Sangalli , le sue paure e i suoi desideri, pur nelle umane differenze... e mi è piaciuto molto, mi sono sentita in qualche modo capita, come se il suo percorso potesse essere in qualche modo il mio, anche se sotto altre forme. La spinta a cambiare, spostare la prospettiva, fare cose nuove, testare i propri limiti... pur avendo il culo di piombo. Io ce l’ho bello pesante e probabilmente non andrei a vivere all’estero per tutta una serie di...